Il monumento, progettato da Giuseppe Poggi (architetto, 1811-1901) nell’ambito del piano di ingrandimento della città di Firenze negli anni in cui questa fu Capitale d’Italia (1865-1871) segna il centro dell’ampio piazzale, snodo fondamentale del viale dei Colli. Il monumento andrà quindi letto sia in rapporto alla particolare situazione spaziale sia, soprattutto, in relazione alla vicina Loggia caffè (1871-1873), progettata dallo stesso Poggi e originariamente pensata come museo di originali e di calchi michelangioleschi. L’opera si presenta posta su di una ampia gradinata, provvista di un alto basamento in marmo con decorazioni in bronzo, caratterizzata da quattro volute su cui poggiano le copie in bronzo dei così detti ‘Crepuscoli‘ di Michelangelo (le statue della Notte, del Giorno, del Crepuscolo e dell’Aurora della Sagrestia Nuova della basilica di San Lorenzo). Al vertice è la copia in bronzo del David. Il monumento fu progettato da Giuseppe Poggi come omaggio a Michelangelo ma non come singola figura, ma arricchito di ulteriori copie di sue realizzazioni. Nel 1872, Clemente Papi (scultore, 1803-1875) fuse le copie dei ‘Crepuscoli’, su forme in gesso. Nel 1874 i vari bronzi vennero trasportati al piazzale e il monumento fu composto come da progetto e completato da quattro lapidi con iscrizioni di Cesare Guasti (scrittore, 1822-1889). La solenne inaugurazione si tenne il 13 settembre 1875.
L’idea di riprodurre in bronzo il celebre monumento di Michelangelo fu suggerita al Granduca Leopoldo II di Lorena dallo scultore Lorenzo Bartolini, al fine di sostituirlo all’originale in Piazza della Signoria, che necessitava di una nuova sistemazione al riparo e più sicura. Il 29 agosto 1840 il noto scultore e bronzista Clemente Papi ricevette, con Decreto Reale emesso dal Granduca, l’incarico di eseguire un modello in gesso del “David” di Michelangelo in scala 1:1 da sistemare al posto dell’originale che sarebbe stato definitivamente spostato nei rinnovati locali dell’Accademia. Il Papi lavorò assiduamente all’opera per 18 mesi, ma una volta condotta a termine la commissione si accorse che il Granduca mancava dell’iniziale entusiasmo, pare sotto l’influsso di un personaggio molto vicino che gli avrebbe prospettato un esito insoddisfacente dell’impresa. Le cronache dell’epoca raccontano che il Papi, ferito nell’orgoglio, decise di dar prova della sua abilità fondendo in bronzo, a sue spese, la sola testa del David. L’opera suscitò l’ammirazione dei fiorentini all’Esposizione d’Industria e Manifattura del 1854.
È ben noto da fonti storiche che Clemente Papi eseguì i bronzi del monumento di “scuro e lucido metallo”. Dalla documentazione fotografica consultabile, si può desumere che tale caratteristica sia stata persistente fino al 1940 circa, per poi apparire, dalla metà degli anni ’50, improvvisamente verde tal quale è oggi. Di fondamentale importanza sarà lo studio e la differenziazione degli effetti del degrado rispetto ai residui di patinatura originale. Oltre che indirizzare l’intervento di pulitura, il supporto scientifico, fondamentale per un corretto restauro conservativo, potrà meglio determinare la metodologia di intervento. L’occasione permetterà inoltre, attraverso una approfondita ispezione endoscopica, di verificare le condizioni conservative della struttura interna del grande David e valutare la solidità degli ancoraggi delle quattro figure michelangiolesche sul basamento lapideo. Ciò ha già consentito di procedere, in accordo con la Soprintendenza, allo smontaggio e trasporto in laboratorio delle quattro figure, in modo da rendere più efficace e agevole le operazioni di restauro anche sul materiale lapideo dei basamenti. I restauratori specializzati per il lapideo e quelli per i bronzi potranno così meglio coordinarsi, per condurre nel migliore dei modi l’intervento su questo monumento che, come tutti i suoi contemporanei, spesso soffre di carenze tecniche realizzative, presenta grandi dimensioni e come in questo caso, si confronta con il primo intervento di restauro scientifico.